Sabato 15 Ottobre di questo anno abbiamo partecipato al seminario sulle “problematiche causate dalla mosca da frutta” organizzato dall’IIAM (Instituto de Investigaçao Agraria de Mozambique), partner tecnico-scientifico di AUCI in Mozambico, tenutosi presso l’Estaçao Agraria de Umbeluzi dell’IIAM a Boane, distante circa 45km dall’Istituto Agrario Sagrado Coraçao de Jesus di Namaacha, partner locale presso cui stiamo svolgendo il servizio civile con AUCI in Mozambico.
Il campo sperimentale
Dopo una prima registrazione dei partecipanti al seminario, con consegna delle magliette, si è proceduto alla presentazione dei relatori e al programma della giornata.
Ci siamo recati nel campo sperimentale IIAM in cui viene coltivato il mango, e tra gli alberi di questo frutto abbiamo assistito ad una prima dimostrazione sull’utilizzo delle tecniche per la cattura della mosca infestante. La relatrice, rappresentate della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università Statale “E. Mondlane” di Maputo, ha elencato le diverse tecniche che si possono riassumere in due metodologie. La prima prevede l’utilizzo di ferormoni per attirare gli insetti all’interno di diversi tipi di contenitori e l’altra legata allo spargimento del composto su una parte dell’albero da proteggere. Interessante è stata la scoperta che quest’ultima tecnica possa essere applicata anche solo sulla prima e sull’ultima pianta del filare così da proteggere l’intero campo ottimizzando l’utilizzo del composto.
Proteggere la frutta dalla mosca
Successivamente ci siamo spostati in un altro campo del compound dell’IIAM per una dimostrazione pratica che consisteva nel saper riconoscere gli ortaggi che la mosca ha attaccato. Due volontari si sono proposti a questo fine e ci hanno mostrato visivamente la differenza tra un ortaggio sano e uno marcio. Come è stato più volte sottolineato, tutti gli operatori del settore propendono per un’azione preventiva e dunque uno studio della pianta e la sua protezione già prima della nascita del frutto o dell’ortaggio. Il lavoro di protezione dalla mosca deve essere svolto in anticipo e non come azione in extremis una volta che l’animale ha attaccato la pianta. Questo approccio si è rivelato vincente in tutte le colture sottoposte a questo tipo di monitoraggio e prevenzione, data la sua caratteristica di agire in anticipo rispetto all’arrivo dell’animale attratto dal frutto o dall’ortaggio prodotto.
Ci siamo poi spostati nel terzo e ultimo campo per una dimostrazione di un’ulteriore tecnica per prevenire il sopraggiungere degli insetti: in questo caso, il campo in cui vengono coltivati i cetrioli viene protetto piantando il miglio lungo tutto il suo perimetro così da allontanare la mosca. Terminato il seminario è stato offerto un buffet a tutti i partecipanti a base di pollo fritto, sandwich, torte dolci e salate e succhi di frutta prodotti in loco.
Una lezione all’ombra di un albero
Al termine della giornata oltre alle valutazioni precedentemente descritte abbiamo apprezzato l’impostazione del seminario stesso: l’idea della partecipazione attiva e della dimostrazione pratica dell’argomento trattato. Non possiamo negare che ascoltare una lezione all’ombra di un albero ad una temperatura di 30° possa essere sfidante, ma nonostante tutto ci è piaciuto moltissimo apprendere queste nozioni pratiche e concrete, e interagire con tutti i partecipanti, il che probabilmente non sarebbe accaduto seduti in un’aula ad ascoltare una lezione.
LA MOSCA DA FRUTTA
Sabato 15 Ottobre di questo anno abbiamo partecipato al seminario sulle “problematiche causate dalla mosca da frutta” organizzato dall’IIAM (Instituto de Investigaçao Agraria de Mozambique), partner tecnico-scientifico di AUCI in Mozambico, tenutosi presso l’Estaçao Agraria de Umbeluzi dell’IIAM a Boane, distante circa 45km dall’Istituto Agrario Sagrado Coraçao de Jesus di Namaacha, partner locale presso cui stiamo svolgendo il servizio civile con AUCI in Mozambico.
Il campo sperimentale
Dopo una prima registrazione dei partecipanti al seminario, con consegna delle magliette, si è proceduto alla presentazione dei relatori e al programma della giornata.
Ci siamo recati nel campo sperimentale IIAM in cui viene coltivato il mango, e tra gli alberi di questo frutto abbiamo assistito ad una prima dimostrazione sull’utilizzo delle tecniche per la cattura della mosca infestante. La relatrice, rappresentate della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università Statale “E. Mondlane” di Maputo, ha elencato le diverse tecniche che si possono riassumere in due metodologie. La prima prevede l’utilizzo di ferormoni per attirare gli insetti all’interno di diversi tipi di contenitori e l’altra legata allo spargimento del composto su una parte dell’albero da proteggere. Interessante è stata la scoperta che quest’ultima tecnica possa essere applicata anche solo sulla prima e sull’ultima pianta del filare così da proteggere l’intero campo ottimizzando l’utilizzo del composto.
Proteggere la frutta dalla mosca
Successivamente ci siamo spostati in un altro campo del compound dell’IIAM per una dimostrazione pratica che consisteva nel saper riconoscere gli ortaggi che la mosca ha attaccato. Due volontari si sono proposti a questo fine e ci hanno mostrato visivamente la differenza tra un ortaggio sano e uno marcio. Come è stato più volte sottolineato, tutti gli operatori del settore propendono per un’azione preventiva e dunque uno studio della pianta e la sua protezione già prima della nascita del frutto o dell’ortaggio. Il lavoro di protezione dalla mosca deve essere svolto in anticipo e non come azione in extremis una volta che l’animale ha attaccato la pianta. Questo approccio si è rivelato vincente in tutte le colture sottoposte a questo tipo di monitoraggio e prevenzione, data la sua caratteristica di agire in anticipo rispetto all’arrivo dell’animale attratto dal frutto o dall’ortaggio prodotto.
Ci siamo poi spostati nel terzo e ultimo campo per una dimostrazione di un’ulteriore tecnica per prevenire il sopraggiungere degli insetti: in questo caso, il campo in cui vengono coltivati i cetrioli viene protetto piantando il miglio lungo tutto il suo perimetro così da allontanare la mosca. Terminato il seminario è stato offerto un buffet a tutti i partecipanti a base di pollo fritto, sandwich, torte dolci e salate e succhi di frutta prodotti in loco.
Una lezione all’ombra di un albero
Al termine della giornata oltre alle valutazioni precedentemente descritte abbiamo apprezzato l’impostazione del seminario stesso: l’idea della partecipazione attiva e della dimostrazione pratica dell’argomento trattato. Non possiamo negare che ascoltare una lezione all’ombra di un albero ad una temperatura di 30° possa essere sfidante, ma nonostante tutto ci è piaciuto moltissimo apprendere queste nozioni pratiche e concrete, e interagire con tutti i partecipanti, il che probabilmente non sarebbe accaduto seduti in un’aula ad ascoltare una lezione.
Manuela Izzo
Casco Bianco con AUCI a Namaacha in Mozambico
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